Finalmente, host family

17:26


15:14, giovedì 24 novembre; ricevo la chiamata dalla mia referente Wep, Paola, mentre sto ritornando a casa a piedi dalla stazione. Prende malissimo, sono costretta a richiamarla tre volte fino a quando non sento la frase che ogni exchange student aspetta con ansia: "Marianna, ti chiamo per dirti che anche tu finalmente sei stata assegnata ad una famiglia ospitante".


Inutile dire che mi sono fermata in mezzo alla strada, con gli sguardi storti dei passanti su di me mentre continuavo a ripetere "oddio, che bello, grazie, oddio". Sinceramente il mio cervello ha smesso di funzionare alla parola host family, quindi non so dirvi quali siano state le informazioni che Paola mi ha dato per telefono. So solo che ad un certo punto ho sentito un "ti mando subito i loro profili via email", e lì è partita la mia corsa per arrivare a casa dai miei tanto amati Pc e WiFi.



Ecco, non saprei dirvi che sensazione si prova a ricevere finalmente la famiglia. Gioia, ansia, curiosità, aspettative e tanta paura, paura di non piacergli e paura di non essere adatta per loro, ma soprattutto, si prova eccitazione, tantissima eccitazione, e in un istante ti ritrovi a realizzare che sì, lo stai facendo davvero, andrai a vivere veramente con queste persone per tre/sei/dieci mesi. E per aprire l'email, non lo negherò, ci avrò messo almeno cinque minuti buoni di scleramento interiore.

Dove andrò? British Columbia, Vancouver.
Più precisamente, abiterò nel distretto di West Vancouver, sobborgo di 42.131 persone, a circa 20 minuti da Vancouver Downtown (centro città), che nel 2010 ha ospitato le Olimpiadi invernali.

Cosa c'è a West Vancouver:
  • Lighthouse Park: un parco enorme che prende il nome dal faro che si può intravedere dalla costa
  • Mount Seymour Provincial Park
  • West Vancouver Seawell: un marciapiede chilometrico con pista pedonale e ciclabile che costeggia il mare

La famiglia con cui starò è composta da quattro persone: 
Steve, il mio hostdad di 48 anni, e Amelia, la mia hostmum di 54 anni, gestiscono entrambi un'impresa a Vancouver; sono amanti della musica e fino a tre anni fa gestivano uno dei pub musicali più quotati di West Vancouver.
Inoltre avrò un hostsister, Olivia, di 16 anni, che frequenterà il mio stesso liceo, e un host brother, Zachary, di 14 anni, che frequenta invece un liceo diverso. Hanno un gatto di nome Stella e ospiteranno, oltre a me, anche un'altra studentessa internazionale che però ancora non hanno selezionato. Sono una famiglia molto calorosa e ospitano exchange students da ogni parte del mondo ormai dal 2015 (cosa che mi rassicura molto).


Sono già in contatto con Amelia che mi è sembrata molto dolce e disponibile e mi ha assicurato il suo aiuto per ogni tipo di dubbio o perplessità io possa avere!


La casa è enorme e sembra appena uscita da un telefilm americano. Da stalker professionista quale sono, l'ho subito cercata su Google Earth e sono troppo felice si trovi esattamente dietro il mio liceo, a meno di mezzo km di camminata.

La mia scuola, la West Vancouver Secondary School, è meravigliosa. E' stata fondata nel 1927 ed è situata proprio al centro di West Vancouver. Ha due campus (Nord e Sud), il suo motto è Faire sans Dire, i suoi colori sono il porpora, l'oro, il bianco e il nero, e il team è gli Highlanders. Non ho ancora idea di quali materie sceglierò, considerando che la scuola offre una varietà di corsi che fa spavento (hanno seriamente di tutto, dal classico AP English al corso di Robotics Science o di Falegnameria). La scuola ha anche tantissimi clubs pomeridiani e già ho messo l'occhio sul coro della scuola, sul club di fotografia e sul Drama Club, ma ovviamente deciderò quando sarò lì.

Per ora è tutto, sono strafelice e assolutamente impaziente di partire.

-M

Orientation

16:40

Ehi guys!

Dopo non so più neanche quanti mesi di silenzio, sono finalmente tornata in vita per raccontarvi della mia esperienza all'orientation 2016 di Bologna.

Per chi non lo sapesse, la Wep organizza ogni semestre (in estate per le partenze del primo semestre o dell'anno intero; in inverno per le partenze del secondo semestre) due/tre giorni di orientation pre-partenza. Questi giorni costituiscono un incontro di preparazione al programma che noi exchange students affronteremo all'estero: ci vengono fornite le varie informazioni pratiche, abbiamo la possibilità di condividere le nostre aspettative/paure/emozioni con altri ragazzi da tutta Italia che stanno affrontando la nostra stessa avventura, si ascoltano le esperienze degli Wep Buddies e si affrontano le varie differenze culturali che inevitabilmente troveremo nel nostro rispettivo paese ospitante.


L'orientation Wep 2016 per le partenze invernali si è svolta il 19/20 novembre a Bologna nel Camplus universitario Bononia, un complesso immenso che ha ospitato oltre 190 ragazzi.


Viaggiando in treno all'andata da Roma, ho avuto l'occasione di legare subito con un gruppetto di ragazzi/ragazze (specialmente Bianca e Chiara con cui poi sono anche finita in stanza) e una volta arrivati a Bologna già sentivamo di essere diventati amici. Non so per quale motivo, ma è vero che tra noi exchange students si crea subito un legame, un rapporto indissolubile che ti porti dietro per tutta la vita. Forse è soltanto la consapevolezza di trovarsi con persone che stanno provando esattamente ciò che provi tu a rendere il tutto più facile, ma vi assicuro che non c'è nulla di più semplice di attaccare bottone con un altro exchange.


Appena arrivati ci hanno subito fatto passare per "Casa Wep", una sorta di check-in dove ci hanno consegnato il badge con il nostro nome e il gruppo di appartenenza (eravamo divisi per paesi ospitanti - io ero nei Maple Syrup yee), il programma dell'orientation, un braccialetto blu con lo stemma della Wep, le chiavi delle stanze, la meravigliosa maglietta Wep ed uno zainetto blu scuro con scritto Born to travel. Ogni gruppo aveva un Wep Buddy corrispondente, la mia era Giulia, una ragazza simpaticissima e disponibile che ci ha davvero aiutato e ci ha dato preziosissimi consigli.


Da lì a poco sono iniziate le varie attività, ognuna delle quali veniva svolta dal gruppo di exchange students con due membri dello staff della Wep (che cambiavano ad ogni argomento affrontato) e dal corrispettivo Wep Buddy. La primissima attività, ice-breaking, proprio per rompere il ghiaccio, consisteva nel lanciarsi tra di noi un gomitolo di lana blu e dire il nostro nome, la nostra età, la destinazione e i nostri hobbies. Il filo che legava tutti noi doveva simboleggiare la rete immaginaria che ci sarà tra noi exchange d'ora in avanti, inoltre, ognuno ha strappato un pezzo di filo da tenere intorno al polso fino al rientro in Italia, così da ricordarci, anche nei momenti più tristi, che non siamo soli.


Dopo l'ice-breaking, abbiamo parlato delle nostre aspettative e ci hanno fatto scrivere su tre post-it cosa credevamo avrebbe significato partire per sei mesi. Siamo poi passati ad analizzare le informazioni pratiche: i documenti necessari, cosa fare in aeroporto, come fare se perdiamo il connecting flight, ovvero il volo da prendere quando si fa scalo, e ci terrei a precisare che noi del Canada siamo tutti rimasti scandalizzati quando ci hanno detto che a Toronto il 99% delle volte si perde il volo (bello vero?), come comportarsi con i vari operatori telefonici e le informazioni sulla gestione dei soldi (dio quanti appunti ho preso).



Verso le 16.45 abbiamo iniziato la sessione sulla host family e la scuola all'estero in cui abbiamo analizzato le varie tipologie di host families e come funziona il sistema scolastico canadese; qui mi sentirei di dirvi di fare più domande possibili agli Wep buddies perché i loro racconti e le loro esperienze pratiche chiariscono molti dubbi e perplessità!


Dopo la famosa letter to myself, lettera da scrivere al futuro te stesso che la Wep provvederà a spedirti una volta rientrato in Italia, siamo andati tutti a cena (la mensa di quel posto era fantastica, by the way) e abbiamo concluso la giornata con il Wep's got talent, in cui numerosi exchange students si sono esibiti chi cantando, chi ballando (shout out to i tre ragazzi che hanno proposto di fare tutti insieme la mannequin challenge, siete dei geni e vi stimo tantissimo).



Il giorno dopo, iniziato con una devastante sveglia alle 7 di mattina, abbiamo affrontato le differenze culturali che potremmo riscontrare, la curva di adattamento e come ci sentiremo nelle varie tappe del nostro percorso all'estero e, infine, le regole del programma (che vi consiglio di leggere con molta attenzione visto la severità e l'intransigenza dei partner all'estero nei confronti di chi non le rispetta).



Prima del pranzo e del rientro a casa abbiamo ovviamente fatto tremila foto di gruppo con le rispettive bandiere dei paesi ospitanti (che metterò qui sotto per i più curiosi)


Insomma, questi due giorni sono stati tra le cose più belle che mi sono capitate; non solo ho finalmente realizzato cosa significa davvero prendere i bagagli e andare dall'altra parte del mondo (credetemi, ci sarà un momento durante l'orientation in cui penserete "ah ma io sto davvero facendo questa follia"), ma ho anche avuto l'occasione di conoscere tantissime persone stupende, che condividono i miei sentimenti, le mie speranze e le mie paure e grazie a loro posso dire di sentirmi meno sola e più motivata a partire. 



Ringrazio di cuore la Wep per aver organizzato un'orientation bellissima e avermi dato la possibilità di conoscere persone altrettanto stupende.




Lettera all'host family

16:25


Ed eccomi tornata, dopo mesi di assoluto silenzio (chiedo umilmente perdono) ma non avevo un minuto libero e soprattutto non avevo cose da raccontare, o almeno nulla che avesse a che fare con la mia esperienza di exchange student. Ma ora sono di nuovo qui, e ho deciso di pubblicare la mia tanto sudata lettera alla host family!!

Dopo numerose indecisioni, sono riuscita ad ottenere un risultato abbastanza decente e ne sono personalmente molto fiera. Certo, avrei potuto fare di meglio (e meno errori), ma sono convinta che questa lettera esprima perfettamente chi sono, i miei interessi e via dicendo. 

Scrivere di te stessa a persone che vivono dall'altra parte del mondo e che ancora non hanno né un viso né un nome nella tua vita, è sicuramente strano e complicato. E capisco che molti si possano sentire persi o a disagio nel cercare di scriverla; quindi spero che questa mia lettera possa essere d'aiuto o possa fungere da spunto per i futuri exchange students lì fuori!

Sottolineo d'esempio perché ovviamente non va copiata (POTREI UCCIDERE)


Dear future host family,

I really can't believe I finally have the chance to write this letter. It feels like I'm a little bit closer to make my dream come true and it's so nice that I can't find the proper words to tell you how grateful I am to be part of something this wonderful.

But first, let me introduce myself properly. I'm a sixteen years old girl with a lot of dreams and hopes for her future. My name is Marianna. It's a little bit odd for a name here in Italy, but maybe that's what I like the most about it: it's rare and unusual. I live in Rome, the capital of Italy, the boot-shaped country known so well for the great food, fashion and for its great monuments. 


Actually I live in the countryside just outside Rome, about half an hour from the periphery of the city. Living in the countryside has its pros and cons: of course I love living there because it's quiet and relaxing and it actually feels very good to be at home after a day in the huzz and buzz of the city; but on the other hand I live very far from my school and my friends and my town is so small that it doesn't provide any kind of entertainment for the youth. 


I live with my mother and my brother in a lovely house, we even have a little garden where our dog and two cats can play. My father, on the other hand, since my parents are separated, has a quiet big apartment in Rome, where my brother and I go during the weekends. My mother, Katya, is forty-six and she's a researcher and a chemist; my father, Vincenzo, is forty-five and he's an electronic engineer; my brother, Matteo, is fifteen and he wants to be a robotic engineer in the future. He's the funniest person I've ever known so far and even if sometimes he really drives me crazy, I wouldn't change him for anything in the world. I love my big family because, no matter what, I know that I can always count on them.


I attend the classical High School in Rome as I love History of Art and I've always wanted to learn Latin and Greek. I don't know what I would like to do in the future but it surely will be something concerning creativity and art in all its forms. Apart from History of Art, my favorite subject at school is English Literature. I really don't know where all my love for this language comes from, all I know is that I've always been drawn to everything related with different languages, so much that I'd really like to be able to speak several languages when I'm older (like French, Spanish and Dutch).


 As for my character, I'm very determined and when I want to do something I hardly give up. I'm also ambitious, talkative, outgoing, always searching for the silver linings, I have a big sense of humor (I'm always ready to laugh) and a great desire to learn different cultures and see things in different perspectives. Music has always played an important role in my life: in fact, I've been playing the piano since I was a kid (and although I can't practice quite often now because I'm really busy with my homework, playing it is still one of my favorite things in the world) and I've been singing since I can't even remember when (a friend of mine always tells me that I've probably learned how to sing before learning how to talk). I'm a member of my school choir and we have rehearsals every Saturday for about two hours. I really love to sing because, when I do that, I'm able to open myself up to joy.


I also have a passion for tv series and cinematography in general. My favorite tv series are Friends, Supernatural, Breaking Bad and Glee. I love watching films not only for pure entertainment but also because I like to know how it was made, the different techniques that were used, what decisions the director has made and so on. When I was younger I wanted to be a film director myself, I even used to pretend that I was making a film with the little videocamera that my parents got me for my birthday! 


I usually go out with my friends on Saturdays and Sundays and we often go to Villa Borghese, which is a great park in the center of Rome. I love going there because we will be getting an ice cream at the usual place, then we will be laying down in the grass and laugh all the afternoon. I also love to spend time with my family, especially during the winter, when we go skiing in the north of Italy. I have been able to ski since I was younger and although I'm a little bit afraid of difficult slopes, I really enjoy going to the mountains and admire wonderful landscapes. I also have a passion for photography and I'd like to learn how to take photos in a more professional way, someday. 


As every respectful Italian, I love cooking. I usually cook for me and my brother when we get back from school and I really enjoy to create new recipes and use my imagination. I really can't wait to cook Italian dishes for you and to taste every Canadian typical dish possible!


Last but not least: I love traveling and see new places. I love learning about other traditions and getting used to other cultures that are totally different from mine. I think that is really important to genuinely engage with the local culture whenever I'm visiting a place, so that I can learn from the others and gain another important life lesson at the end of the trip. Learning to accept what's different about myself has always been very important to me and I want you to know that I'm taking this experience very seriously.


I really wish that this experience will help us grow both, and that I will enjoy being your host daughter as much as you'll enjoy being my host parents.


I found on the web this sentence that perfectly reflects how I'm feeling about this experience: “Don't go where the path may lead, go instead where there is no path and leave a trial”. That's what I want to do. I want to live without a single regret in my life and I want to be able to say that “I owned every second that this world could give”.


I can't wait to see you


Your future host daughter.



- M





Diario di un'exchange student alle prime armi

15:45


Eccoci qua, primo post del mio diario da exchange student.


Chi sono io? Una ragazza che ha deciso di mollare tutto e andare a vivere dall'altra parte dell'oceano per sei mesi. Molti la considerano follia, altri semplicemente coraggio, io la considero l'occasione di una vita. Mi chiamo Marianna e aspetto questo momento da molto tempo. Ho sempre saputo di voler viaggiare il più possibile, di conoscere nuove culture, di farmi amici in tutto il mondo e imparare a capire ciò che è diverso da me. Essere un'exchange student per me è la risposta a tutto ciò che ho sempre voluto fare. Vedete, ci sono tanti modi per andare all'estero; c'è il metodo tradizionale, ovvero il classico turista con il naso infilato nella cartina che si limita a vedere la superficie di un posto; c'è quello che decide di andare a trovare qualcuno, un amico, un parente, il fidanzato o la fidanzata e solitamente si lascia guidare nella città proprio da colui che è andato a trovare; e poi ci sono gli exchange students, quelli che il posto, secondo me, lo vivono veramente, quelli che si immergono completamente in una cultura estranea fino a sentirla propria. Questo, per me, significa viaggiare, significa conoscere veramente un posto. Poter dire di averlo visto a pieno, di conoscerlo come si conosce il posto in cui si è nati. E io questo voglio. 


Voglio poter dire di essere un'exchange student.


Decidere di partire, almeno per quanto mi riguarda, è stata una cosa abbastanza naturale. Forse perché, dentro di me, sapevo di doverlo e volerlo fare. Decidere con quale associazione partire, al contrario, è stato abbastanza complesso. Principalmente perché ce ne sono a migliaia, ognuna con lati positivi e lati negativi. Alla fine, però, ho scelto la WEP. Non so spiegarvi bene il motivo, ma credo che sia perché la sento vicina a me. Credo sia davvero una associazione efficiente sotto tutti i punti di vista, che ti accompagna nel tuo percorso e non ti lascia da sola. Ovviamente ci sono molte altre associazioni più che efficienti sparse in tutta Italia ma credo che, in un percorso complicato come questo, ogni potenziale exchange student debba trovare l'associazione che lo fa sentire più a suo agio.


Dal colloquio informativo, non mi ci è voluto molto per decidere di iscrivermi al vero e proprio colloquio di selezione. Essendo la mia destinazione il Canada e non gli Stati Uniti o la Germania, non mi è stato richiesto di fare un test scritto, e quindi ho affrontato solo il test psico-attitudinale, il colloquio in lingua e quello con la psicologa. Il test psico-attitudinale è sostanzialmente composto da una marea di fogli da compilare con i tuoi dettagli anagrafici, una descrizione di te stesso in terza persona, una lista di 300 aggettivi nella quale bisogna spuntare quelli che meglio ti descrivono, gli student's preferences, ossia una lista di possibili host families con accanto diversi gradi di preferenza da spuntare (c'erano prefer, don't mind, prefer not but can adapt e prefer not) e infine altri documenti relativi allo stato di salute e alla famiglia. Il colloquio con la psicologa è andato abbastanza bene, mi sentivo a mio agio e rispondere alle domande è stato abbastanza facile e naturale, visto e considerato che sono comunque domande che riguardano te in prima persona (es. cosa fai durante il giorno, perché vuoi fare un'esperienza del genere...), credo che l'unico consiglio che possa darvi è essere voi stessi e rispondere con sincerità. Il colloquio in lingua è stato, infine, il più divertente di tutti. Mi sono ritrovata con un esaminatore estremamente simpatico e empatico che mi ha fatto subito sentire tranquilla e che alla fine mi ha fatto molti complimenti per la pronuncia. Le domande erano pressoché le stesse del colloquio con la psicologa e, anche qui, mi sento di dirvi che la sincerità conta tantissimo.


Dopo una settimana e quattro giorni durante i quali continuavo a controllare l'email come un'ossessa, mi è finalmente arrivata l'accettazione al programma. Inutile dire che ho cominciato a strillare/ridere/piangere di gioia, insomma una reazione del tutto normale. Di lì a poco mi è arrivata l'email con i dettagli per aprire un account su mywep.org e iniziare il Wep Book che attualmente sto completando (aiuto).


Per ora è veramente tutto, spero che tutto ciò sia leggibile e spero di riuscire a scrivere un altro post sul Wep Book il più presto possibile.



- M